“Essere autistici è un modo di essere.
Anche se non è un modo normale,
la vita di una persona autistica può essere appagante e felice come quella di chiunque altro”
(Angel Rivière)
L’autismo e i DPS non sono una malattia psicogena ma un disturbo di natura biologica, una neuroatipia, intesa come una particolare modalità di funzionamento a livello neuro – psicologico.
Questo tipo di disturbo comprende: l’Autismo Infantile, la Sindrome di Asperger e la Sindrome non specificata da alterazione globale dello sviluppo psicologico che comprende condizioni che si differenziano dall’autismo, come l’Autismo atipico, la Sindrome di Rett, la Sindrome disintegrativa dell’infanzia di altro tipo, la Sindrome X-Fragile o Sindrome di Martin- Bell ed Altre malattie cromosomiche e geniche.
Si tratta di difficoltà che si manifestano nelle prime fasi dello sviluppo del bambino.
È un disturbo, che pervade tutte le aree di sviluppo, caratterizzato da alterazioni senso – percettive, difficoltà nel linguaggio e nella comunicazione con conseguente difficoltà nell’interazione sociale e disturbi del comportamento ed “ansia da esposizione, in cui si evidenziano anche problemi prassico-esecutivi, difficoltà e/o particolarità cognitive, con conseguente carenze nelle autonomie personali.
Si manifesta con comportamenti strani (stereotipie), scarso o assente contatto visivo, scarso o limitato linguaggio verbale e non – verbale, imitazione e gioco limitati, resistenza ai cambiamenti, utilizzo della mano dell’adulto per fare le cose, partecipazione se l’adulto insiste o aiuta, possibile presenza di ecolalia, con a volte abilità particolari ed eccezionali.
I sintomi si manifestano con un range di gravità che va da lieve a moderato o severo, ma in ogni caso comporta una significativa compromissione dello sviluppo delle funzioni, con una conseguente grave disabilità.
Date le caratteristiche pervasive di tali disturbi è necessario intervenire precocemente attraverso una presa in carico ed un intervento globale abilitativo ed educativo che intervenga su tutte le aree dello sviluppo, migliorando le capacità di apprendimento, comunicazione e relazione riducendo in tal modo la comparsa e la gravità dei comportamenti aggressivi e distruttivi e la tendenza all’isolamento.
In alcuni casi ed in particolari momenti la prescrizione di farmaci si rivela utile, in quanto può ridurre le interferenze comportamentali, l’ansia e la vulnerabilità delle persone con autismo, mettendole nelle condizioni di beneficiare di approcci e programmi educativi, ma non può essere un sostitutivo dell’intervento abilitativo ed educativo.
In alcuni casi possono rivelarsi utili interventi dietetici particolari, secondo alcune delle ultime ricerche scientifiche.
Data la pervasività del disturbo è di fondamentale importanza l’intervento di un’equipe completa di specialisti: neuropsichiatra, neurologo, psicologo, terapista della riabilitazione, logopedista, psicomotricista, pedagogista ed educatore, che deve condividere il progetto educativo e di vita con la famiglia, che deve collaborare con tutte le persone che ruotano attorno alla persona, nei vari luoghi di inserimento sociale (scuola, palestra, centro ricreativo).
La presa in carico della persona e della sua famiglia prevede di occuparsi dello stato di benessere fisico e psichico, considerando tutti gli aspetti dello sviluppo: dalle funzioni allo sviluppo delle autonomie, dall’educazione all’apprendimento, dalla comunicazione alla relazione ed all’inclusione sociale, dallo sport al tempo libero, dai vissuti agli aspetti emotivi.
Il progetto di vita deve tener conto non solo delle difficoltà ma anche delle potenzialità, delle capacità diverse o particolari, degli interessi, delle preferenze e dei desideri.
Qualsiasi tipo di intervento deve tener conto dell’ambiente sociale e relazionale in cui la persona è inserita: la famiglia rappresenta una grande risorsa.
La nostra metodologia interviene sulle alterazioni senso – percettive, sullo sviluppo dei processi attentivi (filtrare le informazioni; mettere, mantenere e distogliere l’attenzione da un campo d’azione), sugli aspetti disprattici, sulle funzioni visive (contatto visivo, triangolazione visiva, funzionalità visiva, coordinazione oculo – manuale…), sulla comunicazione (utilizzando anche strategie di comunicazione alternativa), sulla relazione.