Non un metodo ma una metodologia
Una metodologia di lavoro prevede l’utilizzo di tecniche, strategie e metodi diversi all’interno di una visione e di un pensiero condiviso che mira al raggiungimento di obiettivi mirati, discussi e scelti assieme, che tengano conto di esigenze e desideri della persona e della sua famiglia.
La persona e la famiglia al centro
La Cooperativa Intervento pone al centro della sua attività l’incontro con la persona, con i suoi familiari ed altri eventuali accompagnatori, al fine di costruire percorsi abilitativi ed educativi individualizzati, finalizzati ad ottenere una migliore qualità di vita.
LA PERSONA IN SITUAZIONE DI BISOGNO DEVE RIMANERE IL PUNTO DI RIFERIMENTO COSTANTE DELL’AZIONE EDUCATIVA
Ascoltiamo la persona
Ascoltiamo cosa ci dice con le parole, con i suoni, con il linguaggio del corpo, con il comportamento …
Osserviamo cosa fa, da cosa è attratta, cosa ricerca, cosa predilige, cosa rifiuta, da cosa è infastidita, che stereotipie manifesta, in che situazioni è più tranquilla, serena, attenta, che doti ha, da cosa è limitata …
“La mia vita può essere soddisfacente se è semplice, ordinata, tranquilla, se non mi si chiede costantemente e solo quello che mi costa di più. Essere autistico è un modo d’essere anche se non è il modo normale. La mia vita di persona autistica può essere tanto felice e soddisfacente come la tua “normale”. In queste vite possiamo arrivare ad incontrarci e a condividere molte esperienze”.
Ascoltiamo i genitori ed i familiari
I genitori conoscono meglio di chiunque altro il proprio figlio e possono fornire a chi si occupa della persona moltissime informazioni utili alla comprensione della natura del problema.
I fratelli sono spesso attenti osservatori e forniscono il loro punto di vista, raccontando aspetti e segnali che possono sfuggire ad un adulto. Molto spesso sono i primi ad accorgersi anche di piccoli cambiamenti.
Anche nonni, zii, amici possono cogliere elementi importanti ed essere un’ utile guida nel percorso.
Tutti assieme
Insegnanti e compagni di scuola, educatori, operatori, allenatori sportivi, volontari…vedono la persona in situazioni diverse e possono notare segnali diversi.
Penso che gli specialisti del settore debbano fare tesoro di tutto questo e metterlo assieme alle osservazioni e valutazioni tecniche e specialistiche, mettendo a disposizione le proprie conoscenze, competenze ed esperienze
Credo che se tutti, ognuno con le proprie conoscenze, condividono la “stessa idea” sulla persona e gli stessi obiettivi, ognuno utilizzando le proprie competenze, senza paura di “invasioni di campo“, tutti gli interventi, le esperienze e le occasioni di vita, tenendo conto e rispettando i desideri ed i bisogni della persona e della famiglia, allora l’intervento sarà più efficace
Tutti possono aiutarci ad orientare meglio il percorso ed il progetto di vita
I genitori e la famiglia come risorsa
Come risorsa affettiva, come coloro che hanno più a cuore il benessere ed il futuro del proprio figlio, fratello, nipote.
I familiari sono coloro che vivono maggiormente la quotidianità tra impegni, difficoltà, limitazioni nelle opportunità di vita, nelle relazioni e nella vita di società, da cui troppo spesso vengono isolati ed esclusi.
I genitori incontrano quotidianamente le difficoltà derivanti da diagnosi imprecise, da problemi legati ad ambienti inadeguati, a carenza di personale, a generale mancanza di disponibilità e incapacità di affrontare l’autismo.
Attualmente non è stato individuato il trattamento d’elezione per l’autismo: esistono diversi tipi di intervento, talvolta in conflitto tra loro.
Da non molto tempo abbiamo a disposizione anche informazioni su “l’autismo visto dal di dentro”, grazie alle esperienze raccontate da persone autistiche, che partecipano a seminari e convegni o che scrivono libri ed articoli, come Temple Grandin, Donna Williams, Gunilla Gerland, Rhode, e altri.
C’è ancora troppa poca conoscenza e scarsa cultura del problema e ciò genera paura e di conseguenza allontanamento ed esclusione.
Quando una persona è affetta da autismo, tutta la famiglia è discriminata.
Tuttavia sono proprio i genitori a trovarsi nella posizione di poter aiutare gli altri a superare pregiudizi e paure, ad accettare le loro responsabilità e ad analizzare la possibilità di percepire la vita da un’altra prospettiva, quella della persona autistica.
(Angel Rivière)
Le nostre scelte operative
La nostra scelta è sempre stata quella di offrire un servizio di consulenza alla persona ed alla famiglia che , oltre alla valutazione ed alla condivisione di un progetto abilitativo – educativo e di un progetto di vita, possa fornire indicazioni precise di esercizi, attività, strategie, consigli educativi, ecc…, che possano essere applicabili anche senza l’intervento diretto di uno specialista, all’interno di un forte rapporto affettivo.
Un programma da svolgere in modo costante e nei momenti più adatti.
Indicazioni e suggerimenti finalizzati ad aiutare la famiglia e tutti coloro che condividono momenti di vita con la persona, nei vari ambienti di socializzazione.
Suggerimenti e strategie che aiutino nella gestione della vita quotidiana, nelle situazioni problematiche, nei momenti critici, nelle attività legate alla conquista di una sempre maggior autonomia.
Le famiglie vengono direttamente ed attivamente coinvolte nei progetti e sostenute da un’attività di consulenza e supervisione, nonchè di formazione.
L’abilitazione senso -percettiva e l’integrazione neurosensoriale inserita in un progetto globale
La nostra metodologia si occupa senz’altro di una abilitazione senso-percettiva, che aiuti a desensibilizzare, a filtrare, a selezionare e riconoscere le percezioni, a monoprocessare e poi a mettere assieme le informazioni, a rimettere ordine al “caos”.
Ma l’intervento per l’integrazione neurosensoriale va esso stesso integrato con altri tipi di programmi abilitativi, sempre personalizzati e adattati a seconda delle necessità e delle richieste della persona e della sua famiglia:
- Programmi motori e psicomotori, per le problematiche connesse alla disprassia, alla mancanza di coordinazione motoria, alla difficoltà di controllo del movimento, ecc…
- Attività che stimolino il contatto visivo e la triangolazione visiva, esercizi per il potenziamento della funzionalità visiva : Motricità Oculare, Coordinazione Oculo-Manuale, Esplorazione Visiva, ecc…
- Attività Cognitive
- Indicazioni Pedagogiche ed utilizzo di strategie per l’apprendimento e per la didattica
- Programmi orientati alla scelta di una comunicazione alternativa ed utilizzo di ausili, esperienze che incentivino la capacità di scelta
- Indicazioni per il controllo dell’ansia e del comportamento
- Giochi per l’apprendimento del rispetto delle regole, dei turni, dell’alternanza, ecc…
- Percorso per il potenziamento dei livelli di autonomia ed indipendenza personale e sociale
- Ricerca di attività e situazioni gratificanti, motivanti e gradite
- Studio delle inclinazioni personali e delle abilità migliori (tenendo conto dei punti di forza cognitivo-percettivi, dell’abilità di memoria, della precisione, dell’elaborazione visiva, ecc…)
- Ricerca di ambienti e situazioni per favorire la socializzazione con i pari
- Consigli sulla scelta delle attività lavorative, per la ricerca delle attività ludiche, sportive e per il tempo libero preferite dalla persona
Anche se siamo lontani da dove vivete
Abbiamo potuto seguire ed aiutare famiglie provenienti da tutto il territorio nazionale grazie alla ricerca, allo studio e all’utilizzo di una metodologia che propone indicazioni, esercizi, attività, giochi e strategie precise.
Tali strumenti possono essere utilizzati dai genitori e da persone anche non specializzate nel settore.
Inoltre il colloquio, lo scambio di informazioni e di esperienze, la formazione ci permettono di spiegare alla famiglia la natura del problema.
In questo modo la famiglia potrà poi anche da sola capire meglio e saper affrontare le varie situazioni problematiche o critiche che si possono presentare nei vari momenti della vita quotidiana.
Noi stessi abbiamo imparato strategie e soluzioni dalla famiglia stessa e questo ha aumentato le nostre conoscenze e le nostre competenze.
Tutte le volte che è possibile cerchiamo di condividere le nostre ipotesi e modalità di intervento anche con tutte le persone che ruotano intorno alla famiglia ed al loro figlio.
Gli incontri successivi, la supervisione ed il monitoraggio a distanza
Dopo il primo incontro vengono programmati quelli successivi.
La frequenza degli incontri può variare a seconda della situazione, del momento o del tipo di intervento.
A seconda della distanza e delle possibilità di ognuno si può a volte organizzare una supervisione a distanza, attraverso invio di filmati, colloqui telefonici, scambio di mail o meglio ancora via skype.
Comunque rimane sempre la disponibilità ad intrattenere colloqui per qualsiasi chiarimento, suggerimento o altro.